Le emorroidi sono delle strutture vascolari (artero-venose) e tessuto connettivo e sono situate nel canale anale. Il ruolo delle emorroidi è fondamentale nella continenza fecale. Nel momento che le feci attraversano lo sfintere anale, le emorroidi fungono da difesa dei muscoli presenti in questa regione. Dopo aver defecato si riempiono velocemente di sangue. Quando sono a riposo, la pressione della chiusura anale esercitata è di circa il 20%. In pratica agiscono come una specie di cuscini che svolgono un’azione di contenimento (permettendo al corpo di trattenere liquidi, solidi e gas) e di evacuazione.
Se però si gonfiano o si infiammano, causano la malattia emorroidaria che complica l’azione di evacuazione e di contenimento. Quando la malattia è nello stato iniziale è possibile ridurre il dolore e i fastidi migliorando l’idratazione (assumendo più fibre e liquidi) e con l’utilizzo di farmaci anti-infiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS). Questo però non è sufficiente a guarire, quindi vanno curate. Effettuare un esame a vista dal quale ricavare una diagnosi precisa della situazione è quindi fondamentale. Se i sintomi sono abbastanza gravi e se non si verificano miglioramenti è necessario intervenire chirurgicamente.
Ci sono diversi plessi venosi nella regione perianale. La linea plectinea (linea ideale che separa il retto dall’ano) funge da punto di riferimento anatomico che divide in due le regioni.
Foto di WikipedianProlific – [1], CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4953948
Nel canale anale in base alla loro posizione, i cuscinetti vascolari si possono suddividere in tre parti:
Foto di Adert [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0) or GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html)], from Wikimedia Commons.
Per la posizione occupata da questi cuscinetti, il canale anale, come si vede in foto, assume una forma di tipo stellata.
La parte superiore rispetto alla linea pectinea è chiamata plesso emorroidario superiore: è qui che si verificano le emorroidi interne. Le emorroidi interne in pratica si trovano sopra gli sfinteri anali che controllano l’apertura del retto. Se infiammate provocano problemi con l’evacuazione, perchè l’organismo tende a stringere l’ano con conseguente e probabile nascita di stipsi.
Le emorroidi esterne invece, si verificano nel plesso emorroidario inferiore. Le emorroidi esterne si formano all’altezza degli sfinteri e si trovano ai margini dell’ano. A causa della loro posizione non regolano correttamente l’evacuazione.
Le emorroidi quindi sono parte integrante dell’anatomia dell’uomo. Quando a causa di gonfiore o infiammazione diventano patologiche, ci troviamo di fronte alla malattia emorroidale.
Fin quando non si verificano problemi, le persone non ne avvertono nemmeno la presenza. Se si infiammano si comincia ad avvertire dolore, bruciore e vedere del sangue e nel caso di emorroidi esterne si assiste alla loro fuoriuscita.
Ad essere maggiormente colpite dal fenomeno (che interessa il 10% della popolazione mondiale) sono le donne perchè le emorroidi possono insorgere durante la gravidanza.
Ma in generale ad essere colpite di più sono le persone che vivono nei paesi più sviluppati, questo perchè lo stile di vita sedentario è fra le principali cause della malattia. Altro fattore da considerare è l’età, molto più facile che compaiano dopo i 40/50 anni di età. C’è comunque da considerare che a causa della localizzazione di questo fenomeno, la gente è davvero molto restia ad andare dal medico, a cui si rivolge spesso quando la situazione è molto compromessa, mentre sarebbe molto importante agire subito, per ridurre ed eliminare l’infiammazione quando compare la prima volta. Successivamente alla cura, sarà necessario interessarsi di più a questa zona del nostro corpo in modo da evitare che il fenomeno possa ripresentarsi.
Innanzitutto c’è da dire che a causa della pressione sanguigna le vene nel retto si gonfiano e per via di un flusso sanguigno più lento si possono formare coaguli di sangue per periodi brevi e anche lunghi. La stitichezza quindi potrebbe causare la formazione delle emorroidi, sopratutto se è prolungata. Anche l’obesità gioca la sua parte. Anche malattie cardiache che fanno rallentare la circolazione possono provocare emorroidi. Spesso possono presentarsi durante la gravidanza ma poi possono regredire da sole. Quindi le emorroidi non sono altro che la conseguenza della debolezza delle pareti vasali soggette alla dilatazione.
Una delle cause più frequenti è da cercare nell’alimentazione. Alimenti che si digeriscono con difficoltà, cosi come troppo alcol, cibi troppo speziati o piccanti provocano stitichezza. La difficoltà di defecazione è il motivo per cui le emorroidi si inturgidiscono.
Il dolore maggiore si avverte a causa di una trombosi vascolare, cioè del blocco della circolazione sanguigna, a causa della chiusura della vena in cui scorre il sangue. Di conseguenza le emorroidi si gonfiano. In questo caso è necessario recarsi in ospedale dove sarà fatta un’incisione dalla quale uscirà il coagulo di sangue e che porterà sollievo, anche se momentaneo. Infatti la malattia potrebbe ripresentarsi.
Uno dei sintomi è il dolore provato quando si defeca o quando si è seduti. Le emorroidi possono provocare fuoriuscita di sangue, che può comparire dopo essere andati di corpo e trovarsi insieme alle feci. La colorazione più o meno scura del sangue dipende dalla zona in cui si forma, sangue più scuro viene più dall’interno. Però è anche possibile che ci siano emorroidi senza che causino dolore. Ma quando sono infiammate si parte dal prurito fino ad arrivare a dolori più intensi che peggiorano durante la defecazione. Prima, durante o dopo la defecazione può nascere un’emorragia a causa dei movimenti del retto. In questo caso il sangue è rosso chiaro. Emorroidi o le meno gravi ragadi sono disturbi anali che possono notevolmente disturbare il corso della vita. In presenza di queste problematiche è assolutamente consigliato consultare un medico esperto in emorroidi. Per quanto riguarda le donne in gravidanza, solitamente i sintomi passano dopo aver partorito, per questo motivo spesso si ritarda la cura per capire se sia davvero necessaria.
Ricapitolando i sintomi più frequenti sono il sanguinamento rettale, dolore, prurito, irritazione e disagio. Si possono verificare con entrambi i tipi di emorroidi anche se alcuni sintomi sono più specifici di un tipo piuttosto che di un altro:
Trovare del sangue rosso chiaro sulla carta igienica può essere un segnale di presenza di emorroidi. Si tratta del sintomo più comune, specialmente per quelle interne.
Il dolore rettale si avverte principalmente quando si hanno le emorroidi esterne. I casi di dolore con quelle interne si hanno quando queste sono molto grandi e gonfiano l’ano. Cosi durante i movimenti dell’intestino si può sentire dolore.
Le emorroidi interne producono muco che irrita la pelle provocando prurito e irritazione.
Per ottenere una diagnosi è necessario sottoporsi ad una visita medica specializzata. Le emorroidi esterne o un prolasso sono identificabili con un esame visivo. Per avere visivamente conferma della presenza di emorroidi interne si utilizza un anoscopio, che altro non è che un tubo con una luce al suo estremo. Vi è la possibilità di presentare entrambe le tipologie di emorroidi. In presenza di dolore è più probabile che ci siano delle ragadi anali o delle emorroidi esterne. Molto meno probabile che si tratti di emorroidi interne perchè queste sono ricoperte da epitelio colonnare che non presenta recettori del dolore. A seconda del tipo di prolasso, le emorroidi interne sono suddivise in quattro tipologie.
A seconda del grado di prolasso, le emorroidi interne si distinguono in quattro tipologie:
Foto di Armin Kübelbeck [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)]
Le prime due tipologie sono quelle meno gravi, trattandosi di emorroidi interne è possibile intervenire con rimedi naturali o con metodi farmacologici. Inoltre adottare uno stile di vita adeguato oltre che a curare le emorroidi sarà un’ottima modo di prevenirle, impedendo una loro ricomparsa. A questo scopo è molto importante l’alimentazione: da evitare troppe spezie e cibi piccanti e consumare una dieta ricca di frutta e verdura, perchè le fibre in essa contenute permettono una corretta defecazione evitando controproducenti episodi di stitichezza.
Fattore molto importante è quello dell’igiene personale nella zona genitale e anale, per impedire che le infezioni aumentino, portando altro dolore e fastidio. Terzo e non ultimo: diminuire il tempo passato seduti, quindi fare meno vita sedentaria possibile.
Vediamo come affrontare la malattia emorroidale, che a seconda della gravità può essere affrontata con il trattamento conservativo, con procedure ambulatoriali o chirurgicamente.
Quando ci si accorge delle emorroidi è molto importante agire in fretta e fin da subito si devono seguire regole semplici concentrandosi con la cura locale delle emorroidi. Igiene anale dopo aver defecato e bagni freddi non faranno regredire le emorroidi ma procureranno un lieve miglioramento. Inoltre è utile regolare la stitichezza portando le funzioni intestinali ad una certa regolarità. Ciò è possibile assumendo fibre alimentari e fluidi che permetteranno di mantenere una buona idratazione. Anche il riposo è molto consigliato.
Se le emorroidi sono in uno stato iniziale è consigliato utilizzare creme ad uso interno che ne riducono il volume. Altrimenti è possibile ricorrere ad alcune procedute ambulatoriali, considerate sicure e che raramente portano effetti collaterali.
Se le emorroidi hanno raggiunto un certo volume è necessario rimuoverle con la legatura elastica. Su quelle interne viene applicato un elastico allo scopo di interrompere il collegamento sanguigno, provocando la caduta in una settimana circa. Solitamente si tratta di un intervento indolore. Se gli elastici vengono posizionati molto vicini alla linea pectinea si avvertirà dolore dopo la loro applicazione. Dopo l’intervento si viene dimessi dall’ambulatorio. Si possono avvertire di tanto in tanto dei “pizzichi” intensi ma di breve durata. Nulla di insopportabile e che passerà via in pochi giorni. L’87% degli interventi riescono con successo. Nel 3% dei casi si riscontrano complicanze.
Questo intervento ha raggiunto finora il 70% di successo nei casi in cui è stato utilizzato. In pratica nelle emorroidi viene iniettato il fenolo, che fa collassare le vene e raggrinzire le emorroidi.
La crioterapia altro non è che una cura con il freddo. Questa tecnica, associata con la legatura elastica, permette di lavorare selettivamente sui noduli emorroidari già legati, evitando di danneggiare la parete del retto.
Per diminuirne il volume si può ricorrere anche alla cauterizzazione elettrica. Un cavo con energia elettrica verrà utilizzato per ridurre le emorroidi portandole all’essiccazione.
Coagulazione a infrarossi
Si eliminano le emorroidi con il laser.
Nei casi più gravi l’intervento chirurgico è quasi sempre l’unica soluzione praticabile, che risolve il problema nella zona colpita in modo definitivo. Fra i tipi di intervento ci sono:
Questi tipi di intervento chirurgico nella zona ano-rettale possono portare significativi effetti collaterali. Risulta pertanto importante evitare che si verifichino complicazioni come infezioni o tessuti non riparati completamente. Una soluzione salsobromoiodica è efficace nel ridurre il dolore post intervento, nella chiusura completa delle ferite, migliorando la vita del paziente appena operato.
Stitichezza e diarrea sono assolutamente da evitare, cosa possibile con una dieta ricca di fibre. Altri accorgimenti cui prestare attenzione sono quello di evitare di sollevare pesi eccessivi, non essere sovrappeso e non sforzarsi eccessivamente nell’atto di defecare. Non trascurare mai l’igiene anale. Che la prevenzione è la miglior cura, vale ovviamente e sopratutto anche per le emorroidi.
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